lunedì 18 novembre 2013

Qualcosa di antico




Sfioro questi petali  - confidando che non appassiscano presto
Sono per te - immutabile l’affetto
Incapace di cambiare - nell’attesa si espande
Ammorbidendosi nelle emozioni
In vista di quella compagnia
Che alimenta questa solitudine
Con aliti ignoti - chimere soffici in questa vita
Come un lago di notte
Come un’espressione profonda
Solitaria e remota

Un ritaglio di me
Osservata a lungo nel web
Avvicinata affettuosamente e subito allontanata
Mi rimane difficile spiegarlo
Ancora oggi - tremo al solo ricordo
Ma tu non guardarmi così
Anche Dio ricusa l’indifferenza - le persone tiepide
Non intrattenerti con chi mi ha colpito alle spalle
Il mio Dio è un Dio geloso
Ed io seguo le Sue orme

Ondeggia la tua anima - L’ascolto qui
Mentre disegna sul tuo bel viso un disagio
Non avercela con questa donna
Combatte l’ipocrisia

Così intrinsecamente connessa con la quotidianità

Per una volta - per i teneri petali di cui sopra
Non dondolare - non chiedere a me chi è?
Sapevi già chi era quel frapporsi
Ora spolvererò questa mia stanza
Sbirciando fuori della finestra
Non mi assoggetterò più al biasimo
Né alle offese grottesche
Semitrasparente darò il braccio alla musa

Con le parole farò risvegliare chi dorme
Persisterò nei sogni - ferma in questo vagare
Calpesterò le zizzanie prima che sovrastino il colle
Avrò cura dei gerani nei davanzali
Porrò in rilievo l’Universo

Con la sua luce - i suoi chiari di luna
Con il suo pulviscolo in diagonale
Ascolterò la melodia dei campi
Dormirò poco - delle rose coglierò il profumo
Giorno dopo giorno - notte dopo notte
Immutata  - resterò



 

 

Nessun commento:

Posta un commento