martedì 25 marzo 2014

Amore




È una scorta infinita quest’affetto, risale a un vissuto gioioso, alle domeniche attorno ad un falò o più semplicemente a quei dì, dove tutto era condivisibile e la passeggiata assumeva il carattere della festa, nella verbosità estranea ai silenzi.

Sì, non vi erano pene capitali - e le domeniche erano dedicate ai “cuccioli della famiglia”, ai dolci fatti in casa, al pane fresco nella madia.

Ecco, quei momenti restano tutti.

È in quei giorni che ho fatto incetta di amore - così come di abbracci nel continuo crescere di ora in ora, lontana dalle cose brutte.

Ecco l’amore - la sua durata nel tempo.

A lui devo le mille solitudini, così, sempre a lui l’espandersi del cuore.

Abbracciandoti è un po’ riannodare i fili dei ricordi, l’eco della gioventù mai del tutto sopita che con il tuo sguardo, inconsapevolmente, risvegli.

 

Grazie.

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