venerdì 7 ottobre 2011

Mughetti








Sei stato assente, così, ti scrivo da questo mondo remoto.
Non ti chiederò circa le tue vacanze, appartengono allo svago privato della tua famiglia.
Ho da raccontarti molte cose, molte, ma temo di dilungarmi troppo. E’ nella mia natura non svelarmi, non del tutto, così confido sempre nell’ausilio del vento, che oggi, è veramente forte.
Posso solo dirti che la mia anima non ha sviluppato egoismi, così sei immune da cattivi presagi.
Penso a te come a un dono, avvicinando quest’ultimo, avverto la fragranza della tua pelle, annullando i divari, ti riservo la stanza migliore.
Sei stato molto benevolo con me, facendomi spesso notare che, ogni piccola creatura se pur ferita, torna al suo nido.

Puoi credermi - se dico che non tornerò a quel chiaro di luna intimidendomi, bensì, osserverò il cielo di ottobre con i suoi vestiti più mutevoli.
Le rose stanno ancora bene, le more sono un ricordo dell’estate appena trascorsa.
Sì, anche gli amici stanno bene.
Ti raggiungo con il mio affetto, non è fragile, né pignolo, lo patteggio qui.

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