sabato 4 febbraio 2012

A Emily Dickinson







Mia Cara,
Come te, vorrei istoriare un quadro anch'io (ed è molto probabile che lo farò) capace di intenerire fino alle lacrime – tanto da poter far prendere il primo treno o il primo volo possibile, magari di quelli “last minut” alla persona destinataria del mio lascito morale. Se solo avessi il filato adatto, se solo trovasse ascolto questo mio dire presso di quest’ultimo. Lo sfondo sarebbe la lontananza, e le varie forme di solitudini. Anche per me varrebbe lo stesso principio – le stesse identiche cose che tu hai enucleato qualche tempo fa “ogni luce, ogni ombra, una solitudine”.

Non è stata una bella giornata
Gli amici
Gli amati amici - se ne sono andati tutti
Ho chiesto di loro - Ho reclamato lui
Ho esteso il richiamo al colle innevato
Ettari bianchi attraversati da piccole creature
Infreddolite - impaurite

Così, ho percepito questo isolamento
Non posso aggiungere se mi piace
Sarebbe un pensiero audace
Lo spazio del cuore è infinito
Nonostante le distanze – i limiti
Confido nel rammarico dei giorni trascorsi
Che facciano da scudo per quelli a venire

Solo tu, mia cara, tu solamente, mi hai risposto con tono calmo: l’assenza vince su tutto. Non ho scelte, per questa volta avvaloro la possibilità.
Crederci. Grazie.




Asia

Nessun commento:

Posta un commento