domenica 5 febbraio 2012

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Questo pensiero dipinge il quadro che vede
Bussa alla memoria
E’ sconcertante
C’è bisogno di umiltà - di preghiera
Per quelle esistenze che hanno dato se stesse al gelo
Nessuna creatura dovrebbe avventurarsi
Il manto bianco è un dio esigente
Si oppone ai contrastati

Noi non conosciamo il suo profondo
Né deteniamo quelle virtù
No – non siamo i padroni qui – siamo di transito
Non tutto ci appartiene - ne possiamo solo gioire
Ma non possiamo violare la natura
Se pur madre generosa – esige rispetto

Anche la vita è una
Nessuno merita il suo sacrificio
Gli abitanti del cielo ci restituiscono un incedere lento
Una riflessione profonda – quasi un monito
In questa civiltà tutto può venire meno

La neve ha un suo assolo
Sovrasta i suoni rendendo tutto più silente
Ti affida a cose più profonde
Alla cura del focolare
Alle conversazioni amorose
Alle cose più semplici - come può essere il gioco
Un piatto caldo da dividere con gli amici

In questo mondo non essere mai incostante
Né approssimativo - Né grossolano
La didattica sovente ci rammenta
Tu collocati in quella sudditanza
Non assumere quel tono di chi ha fatto carriera
È la realtà di molti – ma non è la tua

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asia

2 commenti:

  1. Nato povero, morto povero su una croce inchiodato dai Romani. Se penso al SALVATORE che pur essendo padrone si è fatto servo, riesco a comprendere appieno questa poesia.

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  2. La natura è così sapiente che rende tutti approssimativi.
    Grazie Sara. A presto leggerti. Asia

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