martedì 31 agosto 2010

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E’ una sera incantevole. Le ombre dei castagni riverberate dal chiaro della luna, sono meno nere e la trapunta vellutata sembra trasparente. Non ho voglia di parlare questa sera, sento il bisogno di scrivere qualcosa. Tutto intorno alla valle è tranquillo, nemmeno una nuvola per nascondere questo pensiero. Ti sento vicino. E’ così? Avverto sempre quel brivido. Sai, non è facile gestirlo, è così emozionante. Vorrei appoggiare la mia testa sul tuo petto, sentirmi accolta, amata. Dio che sensazione di sollievo. E’ lontana la tranquillità in questo mondo, le sofferenze sono elargite a tutti.
Così, come le rinunce. E’ una riflessione dolorosa – profonda. Non potrebbe essere diversamente. Per colmare quel vuoto del maremoto sono ancora schiacciata, ed è solo d’oggi la notizia di un’altra tragedia. La tratta ferroviaria Modena /Bologna, e ancora rapimenti, uccisioni in Iraq.

Dio della serenità
E’ un silenzio doloroso quello che ascolto
Solo l’eco della sua cara voce è lieve
E’ sempre nei miei pressi
L’ascolto come una favola
La riverisco come una benedizione

Con te, tutto è diverso
Sempre più spesso mi cibo di te
Di là da questa distanza si mescolano i rumori
Fragranze antiche
Silenziosamente convoco le mie stesse energie

Desiderosa di risvegliare assieme a te
Quello che da qualche tempo dorme
Nella penombra cerco la tua tenerezza
Quale sottile spiraglio in questa vita severa






Ciao, non essere mai in collera con me, che colpa può avere un cuore?
Scritta tempo fa

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