mercoledì 10 novembre 2010

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E' difficile descrivere le proprie emozioni.
Cara Sissy,
attraverso la Poesia mi provo a raccontarle. Le affido alla sensibilità del mio lettore, confido nello spirito giusto. Quasi a voler raccontare la trascorsa gioventù. E’ difficile per me comunicare diversamente, lo faccio attraverso la mia versificazione libera. Non ho la presunzione di attrarre, a volte mi privo del piacere di comunicare proprio per non dare questa idea di me. Non amo impormi. Vivo nella più completa solitudine. Ho un mondo interiore che sottende alle mie favole, o meglio, alle mie pene, alle mie gioie. Non amo mostrarmi in pubblico. Amo proteggere la mia prosa poetica. Tutto affiora da lei, tutto diventa bello, nobile. Volevo ringraziarti per il pensiero che hai avuto, circa la lettera per il Santo Padre.
Solitamente, quando esprimo un parere, cerco di captare l’essenza, usando empatia per quel cuore che si racconta, restando il più delle volte in silenzio. Questo, può dare adito (a persone che poco mi conoscono) a un pensiero di me distaccato, freddo, peggio ancora, egocentrico.
Non è così, grazie a Dio. Ripeto, posso sembrare fredda, vulnerabile. Ma non lo sono.
Non ho mai ignorato nessuno. Ho stima di alcune persone che scrivono per il piacere dell’anima. Stima che si vanifica ogni qualvolta che s’istaurano delle polemiche, senza nemmeno evidenziare la tesi difesa.
Cara Lettrice, non si può, essere schiavi di due padroni, né si deve scendere a patti con le persone che offendono gratuitamente. Prima bisognerebbe ricercare le “scuse” poi, ravvisare in quella tesi assunta quella difesa che è propria dell’autore di quel costrutto. L’operato è insindacabile, indipendentemente, da ognuno di noi che, nel leggere vede quello che poi vuol vedere.
Difficilmente si può dare un giudizio su di un testo poetico, di quest’ultimo, possiamo godere delle emozioni, o meglio riconoscersi in quell’essenza, lasciarsi prendere dal pathos, dallo stato emotivo che l’ha generato. Non è facile calarsi in quelle vastità che hanno dato origine al dispiegarsi di un’anima, sono temi profondi. Ricordo ancora quando uccisero Pasolini, Moravia ebbe a dire “Quando muore un Poeta si spegne una luce nel mondo” anch’io, modestamente, riconosco non solo quella “luce” – bensì, l’insindacabile percorso.
Nessuno si può ergere a giudice della poesia. Solo l’autore riconosce in seno ai propri scritti l’attendibilità dell’anima. Chi può calarsi nell’anima di un altro?
A nulla vale promuove altro incantesimo, ognuno vive il suo attimo. E nessuno sa, meglio del suo autore, nessuno conosce quella successione di attimi. Amo la critica costruttiva. A mio avviso, non deve demolire, e mai deve ferire la persona. A quale titolo? Nessuno di noi può illudersi di essere “maestro”. Uno solo è “Maestro” – qui fermo nel mio pensiero, riconoscendo comunque ad altri questo merito, non fosse altro per gli studi umanistici, scientifici, che alcuni di loro hanno alle spalle.
Ecco, ho sentito il bisogno di aprire il mio cuore, a quanti come me nella poesia ravvisano la parte migliore dell’anima. Mi ritengo una persona leale. Sono un’amica da amare, non da temere. Grazie Sissy.
Ho apprezzato la tua spontaneità. Ravvisandoci quella sincerità che dici essere.
Così, ho voluto questa mia sincerità.
Oggettività e ancora oggettività.
Cara Sissy, espressione che non mi fa difetto.
Grazie ancora di quest’opportunità.


Asia

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