martedì 7 settembre 2010

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Ho visto la tua lettera solo ora, mi dispiace.
Ha toni velati di malinconia, forse stai soffrendo troppo.
E’ probabile che tu voglia soltanto essere ascoltato.
Sono qui. Ti ascolto.
Non cercare l’alba dentro all’imbrunire. Sono solo toni romantici.
Ricerca dall’imbrunire quella compagnia. Che ti sia sole nella notte.
Accarezza l’alba con le sue mani tra le tue dita. Questo devi fare.
Non essere mai triste.
Ricorda che, le anime affini non si lasciano - né si perdono.
Si raccontano senza vedersi. Similmente - si vivono senza sfiorarsi.
C’è più voce nei silenzi che negli schiamazzi della gente.
Siamo o no affini? Viviamo o no per la poesia?
Non lasciare che il grigiore oscuri la tua vita. Colore poeta, ci vuole tono.
Aggiungi quel qualcosa che viene dal profondo, che riveli la tua idea, che sopravviva nei colori, qualcosa da amare. Qualcuno che sia divertente e profondo.

Vivi sereno. La luna qui alla Rocca è sempre bella anche quando ci sono le nuvole.
Marte non ha perso il suo cipiglio. Sono con me le tue mani, mi stringono forte. Tu – per favore, non toccare mai lo ”spaventoso silenzio”, abbi cura di lei. Certamente lei avrà cura di te.
Per me, desidero la serenità, la salute, qualche buon libro, la poesia.
Non permettere alla stagione delle bacche vermiglie di rovinare l’ultimo fiore.
Sii generoso. Così ti voglio: austero – forte – prodigo.

E’ un destino perverso, a volte. Meglio sarebbe, non essere ansiosi di nulla.
O meglio, per vivere la vita ci vogliono solo gesti di entusiasmo.
Anche il deserto vive le sue solitudini tra le sabbie impossibili. Eppure è facile immaginare i magnifici sfondi, le piccole creature che vi sono adattate, ogni radice cerca nell’ambiente la sua sopravvivenza, dobbiamo temprarci tutti.

Lascia al cuore i voli pindarici, alla ragione devi la razionalità. Ripeto, non soffrire. Non assecondare mai il tiranno. Vedrai – quando tutto passerà (spero fra non molto) andrà molto meglio. Non esiste nessun'isola felice. Puoi credermi. Sono più grande ma l’amore è lo stesso. Dunque, come te, pagherò il mio conto.

Ho provato a scrivere dopo qualche giorno.
Domani ti farò dono delle mie ultime.
Vorrei che non fosse così, che non le vivessi così.

Desidererei delle violette, delle margherite, gradirei conoscere il posto dove sono ora, deve sei tu, dov’è quel brivido che mi ha valicato tacitamente.
Scrivimi di te, se puoi, scrivimi. Qui c’è ancora tanto spazio per te.

Vivimi
Come un incontro che non si conserva il luogo
Passerà questo mio dire
Come un’ombra
Conserverà il titolo - forse
Né il colore degli occhi
Né l’espressione

Nel destino
Ho riconosciuto le tue orme
Abitavi già questa mia casa
Inesorabile incanto
Ti attendevo
Da sempre mio

Mio
Nei versi che scrivo
Nella corolla di un fiore
Nelle silenti farfalle
Nelle montagne innevate e gelide

Vivimi
Vivimi così come tu dici
Con il mio gran cuore
Se ciò ti è sopportabile




fm

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