sabato 18 settembre 2010

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"Quando sarà spezzata l´infinita schiavitù della donna, quando lei vivrà per sé e grazie a sé, avendola l´uomo, - fin qui abominevole, - congedata, lei sarà poeta, anche lei! La donna troverà dell´ignoto! I suoi mondi d´idee differiranno dai nostri? - Lei troverà strane cose, insondabili, ripugnanti, deliziose; noi le prenderemo, noi le comprenderemo". J.A. Rimbaud (1870 circa).




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Anni di servizio - tanti - troppi
Un terzo della vita spesa per erigere
Molti dispiaceri - nessun sopruso per parte mia
Molti inconvenienti hanno fermato quella crescita
Troppi – al tal punto che ancora oggi
Non mi sembra più quello che ieri l'io sperava
Abissali solitudini tra la natura e l’uomo
Peggior nemico di se stesso
E’ un avvenimento di cui non andare fieri

Questa irreprensibile donna
Dall’età adulta
Dai modi semplici – cordiali
Che ha operato con spirito di abnegazione totale
Favorendo la crescita
La riflessione
Forse non lo meritava quel prevaricare
Lei è stata paziente
Confidava in quello sviluppo

Ha malinconicamente osservato sbarrare quella soglia
Non ha cigolato
Qualcuno aveva bene oleato i suoi snodi
Ha fatto l’avverabile per mantenersi improprio – eventuale
La vita non perde la sua fragranza
Anche se fermamente credo che quel ”qualcuno” sia da evitare

I suoi artigli hanno ferito più di una preda
Per mantenersi le spoglie - lui - il grande predatore
Un super parte privo d’imparzialità
Apparentemente ben pensante
...avrei voluto saperlo prima
In precedenza di questa fiducia

Sì – prima di essere lieta di una qualsiasi rinuncia
Di un qualunque aiuto richiesto
Reso superfluo ora - vanificato
Frustrato da favoritismi
Dall’ultimo arrivato

Circostanza che ha visto questo cuore spezzarsi
E’ stato un rozzo tentativo quello di riscaldarlo
Poteva essere considerato prima
I pochi fregi gli sono naturali
Altri - ahimè - giungono tardivi
E mio malgrado nessun vantaggio - qui




asia

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