sabato 23 ottobre 2010

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Ho nostalgia del tuo affetto.
Vivo il tuo disagio. È talmente fosforescente, che non ho mai assistito a una luce così palpabile.
Naturalmente - sono io che colgo questa riflessione, avvertita quasi come un’angoscia.
Tutto ha una fine, malgrado me. E’ noto che, a ogni abbondanza, segue un periodo di carestia.
Ho imparato a vivere in solitudine per meglio comprendere in quale dove affollano i tuoi pensieri.
La lingua è incollata al palato, il suono della voce è spento. Una volta conoscevo la tua anima,
era spontanea, si apriva al dialogo senza nascondersi, facendo trapelare le sue ansie.
Le distinguevo tutte. Ravvisavo nella tua sensibilità – la gioia di vivere che avevi.
Ricordo come mi parlavi della tua cara mamma, la telefonata dei suoi novant’anni. Dio che felicità far parte della tua vita, condividere le tue gioie, le tue piccole e grandi serenità. Raccontandomi di quelle corse in bicicletta, tra gli amati monti.
Poi – improvvisamente la lunga assenza, quella malattia, ed io frenavo questo mio istinto, tu non eri solo, vivevi per i tuoi impegni, mi restava una sola possibilità: pregare, n’ero consapevole.
Così pregavo – t’infondevo coraggio come potevo, non eravamo ancora alla fine della nostra splendida amicizia. Grata al mio Dio che ha esaudito le mie preghiere, tanto da restituirti a noi, alla mamma amata, ai tuoi figli – a me – a lei, soprattutto a lei, che tu mi dicevi: “Mi ama”.

Sempre qui – Ami, adesso come allora
Con il fiato stretto alla gola – ti scrivevo.
Anche ora è così, scrivo del bel tempo qui alla Rocca, della bellissima natura che mi circonda.
Scrivo per non morire, sdoppiando volutamente, questo mio cuore.
Altri capitoli, tutti per te dolorosi - troppo dolorosi. Ed io sono ancora qui, a scrivere per te - per quello che io posso fare. Quello che la mia sensibilità, il mio affetto, il mio dolore, dettano in questo momento. Adesso come allora. Conosci i miei limiti. Ti sono vicina, molto di più di quello che tu puoi immaginare.
Anche ora.
Poi - improvvisamente il silenzio
Una lunga attesa
Una notte profonda
Accolse quest’affetto

Riconoscendo quel cammino difficile
Entrambi
Celando le preoccupazioni
Ognuno di noi due - cela all’altro la pena
Di ciò possiamo riempire lo spazio
Ma non è tutto - c'è dell'altro
Restano le promesse. Oh! Sì, quel nostro ratificare il bene.
Ricorda il mio aquilone.

Ricordo come te in quel tempo - apprezzavi questa prosa
Dimmi Ami – ricordi ancora?
Mi è di conforto sperare.

Buonanotte a te.



Asia

2 commenti:

  1. a volte la notte mi sveglio di soprassalto: "stai bene? stai sveglio che stai guidando...". Il pensiero di te e della tua incolumità è senso a questo amarti per me sola e solo per te stesso. So che il pensiero ti giunge e si posa in quello spazio solo nostro che è il cielo della tua luna rossa e dei miei fuochi artificiali. Riprendo sonno solo quando ti so in salvo.

    non so bene, ma questo ho pensato.
    e molto altro ho letto nelle tue parole.

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